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Rischio radiazioni ionizzanti (RI): info per aziende e privati

Rischio radiazioni ionizzanti
IN QUESTO ARTICOLO:

Cosa sono le radiazioni ionizzanti?

Il D.lgs. 101/2020 definisce le radiazioni ionizzanti come “particelle o onde elettromagnetiche pari a una lunghezza d’onda non superiore a 100 nanometri o con frequenza non inferiore a 3·1015 Hz, in grado di produrre ioni direttamente o indirettamente interagendo con la materia.”

Esistono diverse particelle che posso ionizzare la materia:

  • Particelle alfa

La capacità di penetrazione è estremamente modesta. Occorrono particelle con energia alta per raggiungere lo strato germinativo della cute; in tale situazione possono verificarsi effetti biologici come l’arrossamento o l’eritema.

Queste particelle vengono normalmente schermate anche da un foglio di carta, ma sono molto pericolose nel caso vengano inalate o ingerite, perché a diretto contatto con i tessuti.

  • Particelle beta ed elettroni accelerati

La capacità di penetrazione è piuttosto modesta. La dose massima assorbita si trova a profondità crescenti al crescere dell’energia delle particelle.

  • Fotoni (raggi gamma, raggi X)

La capacità di penetrazione è modesta per fotoni a bassa energia ed elevata per fotoni di media ed alta energia.

Per un ulteriore approfondimento è possibile consultare il documento INAIL sull’argomento al seguente link.

Le radiazioni ionizzanti sono alla base di molteplici attività (medicina, produzione di energia, applicazioni ambientali, agricoltura e industria) e si dividono i due categorie:

  • Naturali
  • Artificiali

Fanno parte delle radiazioni ionizzanti naturali i raggi cosmici e i radionuclidi contenuti naturalmente in materie prime, sottoprodotti e residui connessi ad alcuni processi industriali, i cosiddetti Naturally Occuring Radioactive Materials (NORM). Un esempio è il gas radon (vedi link).

 

In quali ambiti si possono trovare?

Applicazioni in campo medico:

  • diagnostica per immagini tramite raggi X (radiografia e tomografia computerizzata);
  • diagnostica con somministrazione di radioisotopi (PET e scintigrafia);
  • trattamento dei tumori tramite radioterapia.

Applicazioni in campo industriale: 

  • radiografia industriale;
  • impianti di sterilizzazione con raggi gamma; 
  • controllo di qualità sui pezzi prodotti;
  • controlli di sicurezza;
  • controllo dello stato di conservazione delle opere d’arte.

 

Come si misurano?

Gli effetti delle radiazioni ionizzanti si manifestano soltanto nel momento in cui si verifica una cessione di energia al mezzo attraversato.

La grandezza usata per misurare questo assorbimento si definisce dose assorbita (D), che infatti è la quantità di energia che viene ceduta in un elemento di volume.

Tuttavia, questa grandezza non è in grado di tener conto della diversità degli effetti indotti; infatti, a parità di dose assorbita, gli effetti sanitari dipendono dalla qualità della radiazione. Viene quindi introdotta la grandezza equivalente di dose (H), misurata in Sievert (Sv), che tiene conto delle differenti tipologie di radiazioni attraverso un coefficiente di ponderazione della radiazione.

Anche questa grandezza da sola non quantifica gli effetti prodotti e quindi viene introdotta l’equivalente di dose efficace (E), anche questa misurata in Sievert (Sv), che si ottiene moltiplicando la dose equivalente per un fattore di ponderazione per tenere conto della diversa sensibilità degli organi.

 

Quali sono gli effetti sulla salute dei lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti?

Le radiazioni ionizzanti quando interagiscono con la materia vivente possono trasmettere energia alle molecole delle strutture cellulari, danneggiando in maniera temporanea o permanente le funzioni delle cellule.

Gli effetti del danneggiamento delle cellule si dividono in due categorie:

  • Effetti somatici, che quindi si possono manifestare sull’individuo che ha assorbito radiazioni;
  • Effetti ereditari, che possono colpire i discendenti della persona.

Inoltre, gli effetti somatici possono essere ulteriormente classificati in:

  • Effetti deterministici: si manifestano solo per dosi superiori ad un certo valore di soglia, in un unico irraggiamento o più frazionamenti ravvicinati nel tempo.
  • Effetti stocastici: la probabilità di manifestarsi cresce al crescere della dose, ma l’effetto sull’individuo irraggiato è indipendente dall’intensità dell’irraggiamento.

In generale, tutti gli effetti stocastici sono caratterizzati dalla natura probabilistica con cui avvengono e all’aumento di dose non corrisponde ad un aumento della gravità dell’effetto, ma ad un aumento della probabilità che un determinato effetto (cancro o mutazione genetica) possa verificarsi.

 

Valutazione rischio: cosa stabilisce il D.lgs.101/2020?

Ai sensi dell’articolo 130, l’esperto di radioprotezione (ex Esperto Qualificato) effettua la valutazione di radioprotezione, l’esame e la verifica dei dispositivi di protezione e degli strumenti di misura, ed assiste il datore di lavoro nella predisposizione di programmi e procedure.

Le disposizioni del decreto fissano anche i requisiti e i regimi di controllo che riguardano le diverse situazioni di esposizione, fondandosi sui principi di giustificazione, ottimizzazione e limitazione delle dosi.

Le norme introdotte dal nuovo decreto si applicano in tutti i contesti in cui ci sia una qualsiasi situazione che comporti un rischio da esposizione a radiazioni ionizzanti che non può essere trascurato sia dal punto di vista della radioprotezione.

Inoltre, per quanto non specificatamente previsto in tema di radiazioni ionizzanti dal decreto stesso, si applica il D.lgs. 81/08.

 

Conclusioni

In base a quanto sopra illustrato, è possibile affermare che la gestione del rischio radiazioni ionizzanti sia direttamente correlata alla analisi, identificazione e misura di quelle che posso essere le particelle o onde elettromagnetiche che possono ionizzare la materia e quindi alle adeguate procedure di prevenzione alle esposizioni.

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