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RSPP esterno: il ruolo ai tempi del Coronavirus

RSPP esterno
IN QUESTO ARTICOLO:

Il ruolo del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) diventa sempre più complesso. Un quadro normativo in continuo divenire e ordinanze regionali e comunali spesso differenti dalle indicazioni del governo centrale, complicano l’attuale situazione. In questo scenario consulente, gli RSPP esterno, RSPP interno e i Datore di Lavoro/RSPP cercano di districarsi come meglio possono. Acquisire più informazioni possibili dal mondo del web, è il primo passo compiuto nel tentativo di aggiornarsi. Cercare di riutilizzare informative e procedure “premasticate” sembra l’unica alternativa. Impegnarsi in una faticosa analisi di quanto pubblicato dal legislatore o dalle specifiche amministrazioni, richiederebbe troppo tempo e un impegno spropositato.

RSPP esterno ed interno: rischi civile e penali

Tale strategia ha l’indubbio vantaggio di far guadagnare tempo, ma espone l’azienda a rischi di natura civile e penale. Rischi correlati ad un approccio superficiale alle tematiche riguardanti la sicurezza e l’igiene del lavoro. In questo momento alquanto complesso e difficile, non solo da un punto di vista sanitario, tutte le aziende si sono affannate a comprare termometri e a registrare le temperature di dipendenti e visitatori, dimenticando il quadro generale della situazione ovvero le reali priorità in tempi di coronavirus.

Il ciclo di Deming della qualità

Cosa bisogna quindi realmente fare per essere tranquilli e non incorrere in sanzioni correlate al D.lgs. 81/08 alla Legge 231 e ai vari DPCM emessi negli ultimi mesi? Di seguito, in modo schematico, è presentato un elenco per punti dei macro-argomenti che devono essere correttamente pianificati, attuati, verificati e revisionati. L’analisi è fatta secondo l’ormai conosciuto ciclo di Deming della qualità:

  • Costituzione del Comitato Covid-19 con attribuzione compiti ruoli e responsabilità
  • Revisione del Documento di Valutazione del rischio (DVR) con aggiornamento del rischio Covid-19
  • Coinvolgimento del Medico Competente per l’individuazione dei lavoratori fragili e la gestione delle emergenze Covid-19 (il tutto nel rispetto della privacy)
  • Predisposizione di un protocollo aziendale in materia di gestione del rischio Covid-19
  • Predisposizione di un’informativa in materia di rischio Covid-19 per dipendenti, fornitori e clienti
  • Individuazione dei DPI più idonei per la protezione dal rischio biologico, dopo una attenta valutazione dell’idoneità delle certificazioni rilasciate dal fabbricante o da chi commercializza i dispositivi, del rischio da iperprotezione, dell’ergonomia e soprattutto delle reali capacità protettive in relazione a modalità e tempi di utilizzo
  • Informazione e formazione dei lavoratori in tema di rischio biologico ai sensi degli articoli 36 e 37 del T.U.S.
  • Definizione di una procedura di pulizia e sanificazione dei locali e delle attrezzature
  • Addestramento per l’utilizzo dei DPI di classe III tra cui anche le mascherine FFP1, FFP2 e FFP3
  • Definizione di procedure per lo svolgimento di attività presso terzi
  • Aggiornamento dei DUVRI nella sezione riguardante l’informativa sui rischi in ambiente

Burocrazia e procedure

Il dubbio che molti si pongono è: ma a cosa serve tutta questa carta? Ben poco se quanto scritto nelle procedure non trova riscontro nella realtà aziendale. Questo deve avvenire attraverso un sistema di gestione della sicurezza, correttamente attuato e periodicamente controllato (i famosi audit interni). Sicuro è che, in caso di controllo da parte di Ufficiali di Polizia Giudiziaria (ATS, Ispettorato del lavoro, ecc.), quello che è definito e concordato verbalmente, è privo di significato e quasi mai ha efficacia esimente.

Conclusioni

A conclusione di questo articolo, un consiglio. Dopo oltre venti anni di esperienza nel campo della sicurezza sul lavoro, posso affermare che l’unica reale strategia per dormire sonni tranquilli, come Datori di Lavoro o Dirigenti, è rendere documentabile tutto ciò che riguarda la sicurezza sul lavoro (procedure, istruzioni, informative). Tutto questo a costo di essere pedanti e ridondanti. Avvalersi di un consulente e un RSPP esterno preparati e concreti e, soprattutto, rendere centrale e apicale la funzione del RSPP aziendale. Una figura che ancora troppo spesso, è etichettata, nelle aziende non strutturate, come il QDS ovvero “quello della sicurezza”.