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Le nuove varianti del Covid-19 e la Circolare del Ministero della Salute

Le varianti del covid-19 e la gestione del rischio in azienda
IN QUESTO ARTICOLO:

Covid-19: le varianti del Virus

Di recente sono emerse diverse varianti del nuovo coronavirus con caratteristiche di contagiosità e pericolosità differenti rispetto al virus originale.

Le informazioni sulle caratteristiche di queste varianti stanno emergendo rapidamente, soprattutto nelle ultime settimane.

Medici e scienziati stanno lavorando per saperne di più sulla facilità con cui si diffondono e se possono causare malattie più gravi. Sono inoltre in corso studi per capire se i vaccini, attualmente autorizzati, siano in grado di proteggere le persone da tali varianti.

In generale i virus cambiano costantemente nel passaggio da un organismo ospite all’altro e nel tempo sviluppano varianti che possono modificarsi ulteriormente, scomparire o permanere, diventando endemiche.

Per ciò che concerne il Covid-19, molteplici varianti del virus sono state documentate e studiate nel mondo durante questa pandemia.

Gli scienziati monitorano tali cambiamenti, per capire come le varianti possano influenzare la patogenicità e la virulenza del virus, nonché l’efficacia dei vaccini.

Varianti del Covid-19 e la Circolare del Ministero della Salute: cosa fare in azienda?

Il 31 Gennaio 2021 il Ministero della Salute ha pubblicato una nuova Circolare dal titolo “Aggiornamento sulla diffusione a livello globale delle nuove varianti SARSCoV-2, valutazione del rischio e misure di controllo” che riguarda la gestione delle nuove varianti brasiliana, sudafricana e inglese di cui l’Istituto Superiore di Sanità prevede un incremento di casi entro 4-6 settimane in Italia.

Come indicato nella Circolare, qualora dovessero verificarsi dei casi positivi per le varianti del virus Covid-19, non sarà più sufficiente applicare il solito rintracciamento dei contatti stretti e il consueto iter per il rientro al lavoro (quarantena e tampone).

È quindi fondamentale che il Datore di lavoro e il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP esterno o interno) prendano visione della Circolare 0003787 del 31/01/2021 del Ministero della Salute.

Come richiesto dal Ministero della Salute, le ATS adottano protocolli molto più restrittivi in caso di varianti, prendendo in considerazione anche i contatti a basso rischio di esposizione e modificando i tempi di quarantena.

L’isolamento virale delle varianti, il sequenziamento (e quindi la diagnosi) deve essere effettuato nei laboratori P3 (livello di biosicurezza 3); l’eventuale variante sarà quindi indicata sull’esito del tampone molecolare (che ricordiamo nelle aziende deve essere acquisito dal Medico Competente).

Riportiamo di seguito e in sintesi l’elenco delle misure illustrate nella circolare in caso di persona positiva con variante:

  1. Identificare tempestivamente sia i casi ad alto rischio (vedi definizione contatti stretti) che quelli a basso rischio di esposizione
  2. Effettuare la ricerca retrospettiva dei contatti oltre le 48 ore e fino a 14 giorni prima dell’insorgenza dei sintomi o di esecuzione del tampone se sintomatico
  3. Eseguire un test molecolare ai contatti sia ad alto che a basso rischio, il prima possibile dopo l’identificazione e al 14° giorno di quarantena, considerando la maggior trasmissibilità delle varianti
  4. Non interrompere la quarantena al 10° giorno
  5. Comunicare ai contatti l’importanza, nella settimana successiva al termine della quarantena, di osservare rigorosamente le misure di distanziamento fisico, di indossare la mascherina e in caso di sintomi di isolarsi e contattare immediatamente il medico di base
  6. Se un contatto di caso Covid-19 con infezione da variante sospetta/confermata risulta sintomatico al momento della identificazione o sviluppa sintomi durante il follow up, deve eseguire tempestivamente le attività di contact tracing anche prima della conferma del risultato
  7. Comunicare ai contatti stretti e ai loro conviventi l’importanza di un corretto svolgimento della quarantena, sottolineando la maggior trasmissibilità e l’importanza delle varie misure a fini preventivi
  8. Comunicare ai contatti in attesa di esito del tampone di informare tempestivamente i loro contatti stretti raccomandando il rigoroso rispetto delle misure precauzionali.

È importante per le aziende seguire la Circolare, secondo le linee guida di competenza (es: ATS Regione Lombardia) a fronte di casi con variante. A oggi però restiamo in attesa delle linee guida scritte da ATS, che recepiranno la circolare.

Nel frattempo, qualora nelle aziende si verifichi un caso di variante occorre avvertire il Medico Competente e mettersi in contatto con l’ATS di riferimento.

Covid-19: la variante inglese, sudafricana e brasiliana

Illustriamo di seguito le tre varianti di cui parla la Circolare:

  1. Il Regno Unito (UK) ha identificato una variante che è stata chiamata B.1.1.7 che ha avuto un alto numero di mutazioni nell’autunno del 2020. Questa variante si diffonde più facilmente e rapidamente rispetto ad altre varianti. Nel gennaio 2020 esperti nel Regno Unito hanno riferito che questa variante potrebbe essere associata a un aumento del rischio di morte rispetto ad altre varianti di virus, ma sono necessari ulteriori studi per confermare questo risultato. Da allora è stato rilevato in molti paesi in tutto il mondo. Questa variante (che è quella che dà maggiori preoccupazioni) è stata rilevata per la prima volta negli USA a fine di dicembre 2020.
  2. In Sud Africa, un’altra variante chiamata B.1.351 è emersa indipendentemente da B.1.1.7. I casi causati da questa variante sono stati segnalati negli Stati Uniti alla fine di gennaio 2021.
  3. In Brasile, è emersa una variante chiamata P.1 che è stata identificata per la prima volta nei viaggiatori brasiliani, che sono stati testati durante lo screening di routine in un aeroporto in Giappone, all’inizio di gennaio 2021. Questa variante contiene una serie di mutazioni aggiuntive che potrebbero influire sulla capacità degli anticorpi di riconoscere il virus.

Varianti Covid-19: le vaccinazioni funzioneranno?

Queste tre varianti trattate dalla Circolare sembrano diffondersi più facilmente e rapidamente rispetto ad altre varianti (tipo quella spagnola), il che potrebbe portare a un aumento dei casi nelle prossime settimane.

Finora, gli studi suggeriscono che gli anticorpi sviluppati dai vaccini attualmente autorizzati dall’EMA/AIFA riconoscono queste varianti, anche se questo tema è attualmente oggetto di studi in tutto il mondo.

In alcune recenti ricerche, gli sviluppatori dei Vaccini Moderna e Pfizer hanno esaminato la capacità degli anticorpi (sviluppati da individui vaccinati) di neutralizzare virus contenenti forme mutate della proteina spike SARS-CoV-2 in coltura cellulare. Gli anticorpi hanno funzionato molto bene contro il virus portatore delle mutazioni B.1.1.7 (variante inglese), ma la neutralizzazione è stata ridotta quando sono state introdotte le mutazioni B.1.351 (variante sudafricana).

Entrambe le aziende si aspettano comunque che i vaccini funzionino bene anche contro quest’ultima variante, in quanto il livello più basso di anticorpi protettivi è ancora considerato sufficiente per prevenire l’infezione virale.

Per quanto riguarda il vaccino prodotto da AstraZeneca gli scienziati ritengono che possa essere usato anche nei Paesi in cui sono presenti varianti del Covid-19, anche a seguito degli studi condotti dall’OMS.

Inoltre, la Food and Drug Administration (FDA), ossia l’ente regolatore americano sui farmaci, ha dichiarato che le aziende farmaceutiche americane non dovranno condurre dei lunghi trial clinici per testare i vaccini modificati per le varianti, da utilizzare per eventuali richiami.

Infatti, secondo la FDA, il procedimento sarà molto simile a quello che aggiorna ogni anno il vaccino antinfluenzale, con test su piccola scala.

Una parte della comunità scientifica non esclude che in futuro sarà necessario immunizzare la popolazione con nuove dosi di richiamo.

Conclusioni

Volendo sintetizzare gli obblighi del Datore di lavoro in merito alla gestione del rischio da contagio Covid-19 nelle aziende:

  1. Integrazione del DVR e predisposizione di un Protocollo Anticontagio
  2. Predisposizione di un piano tecnico che prenda in considerazione il Piano Pandemico 2021-2023 e l’Appendice sulla Salute e Sicurezza in azienda
  3. Informazione e formazione a tutto il personale
  4. Costituzione Comitato Covid-19
  5. Collaborazione con il Medico Competente e individuazione lavoratori fragili

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